La presenza di sigaro Toscano allo scorso Vinitaly di Verona
è stata, come ogni anno, seguitissima. Quattro giornate fitte di incontri
orchestrati, nella lounge dedicata, dal Club Amici del Toscano, ognuna delle
quali si è aperta con i primi puff del mattino, tra gli aromi di caffè tostato,
tabacco affumicato e del cioccolato Slitti di Pistoia (uno dei grandi del
cioccolato italiano insieme ad Amedei), per poi proseguire con incontri e proposte
di abbinamento tra il sigaro italiano per eccellenza e le migliori produzioni
di grappe e vini.
Se i grandi classici, il Brunello di Montalcino, l’Amarone
della Valpolicella, il Primitivo di Manduria ed altri, non potevano mancare, il
programma degli eventi ha riservato a wine lovers e fumolentisti delle vere
chicche, come un viaggio nel tempo.
E’ bastato un po’ dello storico Vermouth Cocchi di Torino
per ritrovarsi catapultati a fine XVIII secolo nella città sabauda, in
compagnia di una delle dame della Casa Reale a sorseggiare il profumato vino
liquoroso, pensato proprio per il pubblico femminile. E oggi base dei più
classici cocktail, come il Negroni o il Manhattan.
O in piena atmosfera Belle Époque con l’Anisetta Rosati,
nata come digestivo nel 1877 da un’antica ricetta del Premiato Laboratorio
Chimico Farmaceutico del Cavalier Umberto Rosati di Ascoli Piceno. Un liquore
elixir a base di semi di anice verde (Pimpinella Anisum L.), raccolta sulle
soleggiate colline di Castignano nelle Marche, a basso contenuto alcolico che
ricevette, a unanimità di voti, la Medaglia d’oro alla Terza Esposizione
Campionaria Mondiale di Roma del 1900. E utilizzata come rinfrescante per le
gite sui Monti Sibillini.
Foto di:
silviam1207
anisettarosati
Scrivi