I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Vale sempre la pena tornare, di
tato in tanto, a Montepulciano, il piccolo borgo, in provincia di Siena, di
appena 14mila abitanti, che sorge su una collina calcarea dove si incontrano la
Val d’Orcia e la Val di Chiana. Un piccolo scrigno, ricco di storia, arte, tradizioni
enograstronomiche e circondato da un paesaggio unico.

Di origine etrusca, a
Montepulciano si trovano testimonianze importanti delle epoche storiche che
l’hanno attraversata, come le terme (prima etrusche, poi romane) o la Chiesa di
San Biagio, ritenuta il capolavoro dell’architetto rinascimentale Antonio
Giamberti.

Al di fuori delle mura cittadine,
si apre quel paesaggio indimenticabile, costituito da onde di colline e campi
coltivati, perlopiù a vigna, puntellato dalle cosiddette “leopolidine”, abitazioni
rurali volute dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena (Granduca di Toscana tra
il 1765 e il 1790) – il ritratto del quale si trova sulla fascia del Toscano
Originale – per assolvere a tutte le esigenze dei mezzadri e di maggiore
comfort.

Colline dove si coltiva e
produce il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, utilizzando i vitigni Sangiovese (minimo
70%), detto anche Prugnolo Gentile, e Cenaiolo (fino a un massimo del 20%), uno
dei vini rossi più antichi d’Italia. Ne parla anche il naturalista e poeta
aretino Francesco Redi che, nel 1685, in Bacco
in Toscana
scrive: “Montepulciano di ogni vino è Re”.

Lo potrete assaggiare in una
delle tante cantine aperte al pubblico o per innaffiare una cenetta, al termine
delle visite ai monumenti storici e di una passeggiata fuori porta, dalla quale
non potranno mancare piatti tipici come i “pici” (pasta fatta a mano) all’aglione
(varietà di aglio coltivata nel territorio della Val di Chiana e della Val
d’Orcia prodotta in piccole quantità e quasi in via di estinzione) o alle
briciole, o la “ribollita” (zuppa di verdure e fagioli), e i dolci come i
cantucci, il panforte o il “pan co’ Santi”.

Per i palati più esigenti (e i
portafogli più dotati), segnalo il Carpineto Riserva 2010, un Nobile che compare
al 26° posto dell’ultima Top 100 Lists
di Wine Spectator, rivista
considerata la fonte più autorevole nel mondo del vino a livello
internazionale.

E per il sigaro Toscano? A scelta tra Antico,
Originale 1815 ed Extravecchio

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