Stavolta il Toscanello Grand Tour muove i suoi passi da un
doppio anniversario che cade proprio nell’anno che si sta per concludere: i
quarant’anni del Centre Pompidou a Parigi e i dieci della cantina Rocca di
Frassinello, entrambi progettati da Renzo Piano.
E’ di quest’ultima che vi racconterò perché tappa ad alta concentrazione
di gusto, storia e arte. Sorge su un poggio tra le colline di Giuncarico
(Grosseto), concepita come una terrazza per valorizzare lo straordinario
paesaggio che la circonda, dove lo sguardo si perde indisturbato all’orizzonte.
L’uva, appena colta, viene portata qui per essere poi passata nei tini e il
vino nelle botti in rovere.
Scavata nella roccia per garantirne condizioni di
temperatura ideali, si trova il cuore della fabbrica, la cantina. A forma di
anfiteatro, può contenere fino a cinquemila barrique che eseguono tranquille il
loro lavoro, disposte su gradoni come spettatori silenziosi.
I vini prodotti a Rocca di Frassinello sono per la maggior
parte blend, costituiti cioè da una miscela di uve italiane (Sangiovese e
Vermentino) e francesi (Merlot, Carbenet Sauvignon, Petit Verdot e Shiraz) qui
coltivate.
Nella tenuta si trova anche la necropoli etrusca di San
Germano, una delle più importanti realtà archeologiche facenti parte
dell’antica città etrusca di Vetulonia, costituita da tombe a tumulo.
Tutto questo è raccontato anche in una mostra, il cui
allestimento è curato da un’altra archistar, Italo Rota, che si terrà fino a
tutto dicembre negli spazi della Rocca, dedicata in particolare all’uso del
vino in età etrusca con esposti i reperti ritrovati nella necropoli. E’ noto,
infatti, come gli etruschi fossero produttori di vino e, secondo alcune
ricerche, dediti alla coltivazione del Sangiovese, il vitigno toscano per
eccellenza.
Tornati a casa con una importante etichetta di rosso,
l’abbinamento suggerito è con l’edizione 2017 de Il Moro.
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