I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Nell’ultimo articolo abbiamo presentato le caratteristiche degli humidor, in questo invece tratteremo la storia dell’humidor: dov’è stato inventato? da chi?

Nonostante non esista una storia universalmente riconosciuta riguardo le origini dell’humidor, è possibile tracciare a grandi linee le dinamiche che hanno portato al suo sviluppo.

Il sigaro è nato in una precisa regione geografica: Cuba e i Caraibi, quindi le sue caratteristiche sono strettamente legate a questi luoghi, per essere più precisi al loro clima. Il particolare microclima di queste zone, infatti, consente una perfetta conservazione dei sigari, senza la necessità di strumenti o tecniche specifiche: sono sufficienti il calore e l’umidità naturalmente presenti nell’aria. Lo stesso ovviamente non si può dire di altre parti del mondo, come l’Europa, uno dei primi mercati in cui furono introdotti i sigari. I rigidi climi europei infatti hanno un effetto devastante sul tabacco usato per fare i sigari, alterando la concentrazione di umidità all’interno del sigaro e rovinandone gusto e consistenza. Si comprese ben presto che, al fine di conservare le proprietà organolettiche dei sigari, sarebbe stato necessario sviluppare particolari tecniche di conservazione.

Non esistono date precise, ma sappiamo che conservazione di sigari in scatole di legno, gli antenati dei moderni humidor, era già diffusa nell’ottocento. Esistono, però, momenti e persone di spicco nella diffusione di questi strumenti: la diffusione di massa dell’humidor è infatti legata a doppio filo a un’importante figura del mondo del tabacco: Zino Davidoff. Davidoff è stato uno dei maggiori imprenditori dell’industria del tabacco del secolo scorso. Nato in Russia prima della Rivoluzione d’Ottobre, si trasferì in Svizzera con la famiglia dove il padre avviò una delle prime tabaccherie di Ginevra. Zino spese parte della sua gioventù in Centro e Sud America, lavorando in piantagioni di tabacco. Al ritorno in Europa, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ben consapevole dei problemi posti dai vari climi europei illustrati in precedenza, iniziò a sviluppare un metodo di conservazione dei sigari che potesse “proteggerli” da ogni clima. Sviluppò quindi un sistema che potesse di imitare il clima cubano in grado di “regolare” la percentuale di umidità interna dei sigari. I primi humidor da lui sviluppati non erano altro che semplici armadi sul cui fondo era posta una bacinella piena d’acqua, o in caso di dimensioni più ridotte, scatole contenenti pezze di tessuto inumidite.

Questa fu una vera e propria rivoluzione, lentamente diffusa grazie alla sua imposizione di conservare i sigari da lui venduti alle altre tabaccherie nei suoi humidor. A testimonianza della sua importanza, ancora oggi vengono prodotti humidor dalla sua azienda che portano il suo nome.

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