Il Toscanello Grand Tour ha fatto tappa a Segnali di fumo, la mostra svoltasi a Roma al MACRO Testaccio dedicata al fumo inteso come “stato alternativo di percezione della realtà”, promossa da Fondazione Maccaferri insieme a Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la collaborazione di Fondazione Giuliani.
Nove artisti hanno utilizzato il fumo esplorandone tutta la duttilità creativa. E così Gavin Turk gioca con le volute di fumo, captandone entità, volti, figure e fiori. Giovanni Ozzola , il più giovane, esplora il rapporto psicologico con i paesaggi e gli elementi della natura. In questo caso una nuvola di fumo, stressandone l’aspetto drammatico con il bianco e nero.
C’è poi la nuvola di fumo che attraversa lo spazio urbano “vista” da un oggetto meccanico, la cinepresa, visione non umana di Laurent Grasso. Pae White lavora sulle eleganti e sensuali volute di fumo che sembrano uscire dalla tela.
Con Claudio Parmiggiani il fumo diventa lessico artistico, creando un dialogo simbolico con la scrittura fino a sfociare in un idioma astratto. Reynold Reynolds cala nelle fiamme una famiglia che non sembra esserne turbata nello svolgimento della vita domestica. Cyprien Gaillard ci induce in una attesa beckettiana, verso un treno che non arriverà mai. E’ invece la luce il campo di sperimentazione di Ann Veronica Janssens dove il vuoto acquista fisicità.
Infine, Paolo Icaro, il più toscanofilo, con un’opera volta a conservare la memoria di un gesto privato, fugace, a volte nascosto e proibito, e il profumo indimenticabile del sigaro Toscano, tanto amato dal nonno dell’artista.
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