Per dare il benvenuto
all’autunno, la serie di post dedicati a un piatto della tradizione italiana in
abbinamento a un sigaro Toscano oggi parla della ribollita.
Foto di rosaregina.veg
Si tratta di uno dei piatti
toscani per eccellenza di origine contadina e, come dice il nome stesso, basato
su una filosofia anti spreco. La ribollita infatti è una zuppa di verdure che
racchiude tutta la saggezza popolare di recupero degli avanzi – in cucina non
si butta via niente! -, come il pane raffermo, che ne costituisce uno dei
principali ingredienti.
La diffusione di questa ricetta,
che ha travalicato i confini prima regionali e poi nazionali, è dovuta anche a
successi editoriali come La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene del
gastronomo Pellegrino Artusi, una raccolta di 790 ricette pubblicata per la
prima volta nel 1891 e tradotta in più lingue, e alle capacità narrative di
chef come Fabio Picchi che al Teatro del Sale a Firenze porta in scena i piatti
della tradizione.
La ribollita, oltre ad essere
una gustosa zuppa, ha anche grandi virtù nutritive perché utilizza piante
brassiche come la verza e il cavolo nero, ortaggi ricchi di sostanze
antiossidanti, sali minerali e vitamine, quel che ci vuole per prevenire i
malanni di stagione senza rinunciare al gusto, tanto da essere amata dai fan
del veggie in ogni latitudine (una curiosità: a Portland, nell’Oregon, un
ristorante porta il nome di questo piatto!).
A completare il più ricercato
dei menù “meatlessmonday”, consiglio personalmente un buon bicchiere di rosso
fermo di medio corpo e un Toscano di media intensità come l’Extravecchio
dall’aroma erbaceo e piccante, adatto sia per il dopo pranzo che per il dopo
cena.
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