I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

In una Torino bagnata dalla pioggia, arrivo al Salone del Gusto, un’importante manifestazione biennale sull’alimentazione e i prodotti di qualità. Gremita da centinaia di visitatori, nonostante il maltempo e il giorno feriale, mi muovo fra i vari corridoi e i vari stand dell’esposizione in cerca del mio obiettivo: lo stand del Sigaro Toscano, dove in serata si terrà una degustazione del sigaro abbinato con i distillati di sidro di mela, meglio conosciuti come calvados. E’ il mio primo appuntamento “pubblico” in qualità di aficionado del sigaro Toscano e sono anche, tra l’altro, visibilmente emozionato. Nessun problema, la gentilezza delle hostess presenti allo stand per la registrazione all’evento scaccia ogni mio pensiero da “primo giorno di scuola”.

E dopo aver assaporato formaggi e altre delizie provenienti da ogni parte d’Italia, a spasso per i padiglioni del Lingotto, arrivano rapidamente le otto e mezza, ora di inizio della degustazione che si intitola “Al contadino non far sapere come è buono il Toscano con le mele”, visto l’abbinamento con i pregiati distillati di mela.

Le hostess mi fanno entrare nel gazebo che ospita la degustazione, allestito come un wine bar, e sono fra i primi a sedermi ai tavoli, anche perché, come sempre quando sono un po’ emozionato, arrivo in anticipo per non avere contrattempi.

Sul tavolo dove mi fanno accomodare, mi aspettano un promettente Originale 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, un opuscolo informativo del Club del Toscano, altri gadget e quattro bicchieri da degustazione per i quattro calvados scelti per la serata: Les Vergers de la Moriniere Michel Hubert 1998, Bernard Amiot Patricia, Lemorton du Domfrontais Grande Reserve 1978 e Adrien Camut Reserve de Semainville 25 anni.

La sala si riempie di altri aficionado in un batter d’occhio. Oltre ad una cospicua presenza femminile, che allieta la vista e smentisce il luogo comune secondo il quale il Toscano è un sigaro per soli uomini, ci sono anche alcuni ragazzi americani e due signori giapponesi. Ad aprire l’evento è Stefano Fanticelli presidente di Maledetto Toscano, uno dei più prestigiosi club dedicati al sigaro made in Italy.

Il signore giapponese è invitato a parlare e, dopo aver portato a conoscenza che esistono estimatori del Toscano anche nel lontano paese asiatico, mostra al pubblico una scatola di legno di ciliegio dove poter mettere a riposo i sigari. Grazie al legno profumato, spiega l’aficionado del Sol Levante, i Toscani acquisirebbero una nota fruttata che non guasta affatto.

Arriva il momento dell’accensione, un rituale che coinvolge tutti i partecipanti, mentre il presidente di Maledetto Toscano spiega le particolarità dell’Originale 150, fascia e ripieno di tabacco Kentucky italiano, e le hostess girano per i tavoli con la prima tornata di calvados. Non avevo mai provato a fumare il Toscano in abbinamento con un liquore derivato dalle mele, ma devo riconoscere che il gusto sprigionato nel palato dai quattro calvados, fra un puff e l’altro con l’Originale, mi sembra un accoppiamento da veri connoisseur. Infatti, ne sa molto sull’argomento il noto giornalista enogastronomico Marco Tonelli, altro oratore della serata, che evidenzia le caratteristiche peculiari dei calvados in degustazione, insieme ad alcuni cenni storici sulla loro provenienza e produzione.

Dopo oltre un’ora di fumata con l’Originale 150, la serata volge al termine e i calici a tulipano (vuoti) con i quattro calvados mi fanno ricordare che anche il mio Toscano sta per finire. O meglio. Come spesso mi succede, il braciere del sigaro si sta “pericolosamente” avvicinando alla mia barba ed è forse meglio terminare la fumata.

Saluto e ringrazio Fanticelli, Tonelli e il signore giapponese, che tra l’altro era seduto al mio tavolo, le hostess e tutte le persone che ancora sono presenti. Con l’assoluta certezza di voler partecipare nuovamente a una degustazione del sigaro Toscano, me ne vado con la giacca che “odora estensivamente” di Originale 150.

Ma non m’importa per niente. Anzi, sono contento di portarmi appresso un “ingombrante” ricordo della serata, insieme al sapore del Toscano nel palato, a mezzi con i sentori di mela lasciati dai calvados

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