I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Le tradizioni regionali di Pasqua: giochi con le uova

Pasqua è una grande gioia anche a tavola! Partendo da nord-est, arriva dal Friuli una delle usanze più interessanti. A Cividale, in provincia di Udine, a Pasqua e Pasquetta si svolge il gioco del Truc, che consiste nel far scivolare lungo un catino di sabbia inclinata alcune uova di gallina cotte, con l’obiettivo di farle toccare tra loro: chi colpisce l’uovo dell’avversario ottiene un premio. Sempre basato sulle uova cotte è il “gioco della Punta e cul” di Urbania, nelle Marche: la mattina di Pasqua e i due giorni seguenti, anziani e giovani si sfidano battendo il proprio uovo contro quello dell’avversario prima dalla punta e poi dal fondo, tentando di mantenerlo intatto.. Un gioco molto simile a quello del Palio dell’uovo del borgo di Tredozio, sull’Appennino forlivese, durante il quale i partecipanti si affrontano cercando di rompere i gusci delle uova degli avversari con il proprio uovo.

Le tradizioni regionali di Pasqua: in montagna

Anche altre località di montagna sono note per le loro tradizioni pasquali. A Courmayeur, in Valle d’Aosta, ogni anno si svolge “La Paquerette”, appuntamento con l’artigianato valdostano che propone opere di scultura e intaglio su legno, lavorazione del ferro battuto e del cuoio, tessitura del drap, e ancora merletti, vimini, oggetti per la casa. Invece a San Leonardo, frazione del comune di Badia, nei giorni che precedono la Pasqua si tiene la cosiddetta “noza da paur”, manifestazione che rievoca il matrimonio contadino: i ragazzi vanno alla ricerca delle fanciulle per chiedere loro un uovo. Chi ne ottiene 12, si sposerà entro l’anno. Al contrario, le ragazze che avanzeranno le uova dovranno seppellirle sotto terra entro il martedì successivo alla Pasqua per non rimanere zitelle a vita. Infine a Bormio, in Valtellina, a Pasqua sfilano grandi carri allegorici portati in spalla per le vie del centro cittadino.

Le tradizioni regionali di Pasqua: il Cantè J’euv

Leggermente più a sud, sulle colline piemontesi di Langhe e Roero, c’è poi una tradizione che richiama un rito contadino dei secoli scorsi: il Cantè J’euv. Per salutare l’arrivo della primavera, gruppetti di giovani si incamminavano verso le cascine più lontane, dove intonavano canti sotto le finestre dei padroni di casa per richiedere loro un dono. I contadini scendevano e regalavano loro per lo più uova fresche, che sarebbero state conservate fino a Pasquetta. Al contrario, alle famiglie che si sottraevano da questo impegno venivano rivolte strofe di maledizione. Oggi il Cantè J’euv viene rievocato con riti folkloristici basati su musica e buon cibo, spesso a scopo benefico.

Tra un assaggio e l’altro, una bocccata di sigaro Toscano

Quale migliore occasione se non il pranzo di Pasqua e soprattutto Pasquetta per godersi – tra amici o anche sul balcone – qualche boccata di buon sigaro Toscano? Come ad esempio il nuovo Toscano Oltrarno. Dal colore scuro e uniforme, il sigaro è avvolto da una fascia italiana fermentata che giunge dalla Valtiberina. Per il ripieno la scelta è caduta su una miscela di tabacchi americani con l’aggiunta di foglie apicali dall’aroma più intenso provenienti da un tipo di tabacco prodotto a Pontecorvo, nel Frusinate. In questo modo si trova il giusto equilibrio nel gusto della fascia. Il resto poi lo fa l’affinatura di almeno 10 mesi in celle a temperatura controllata.

Le tradizioni regionali di Pasqua: il Centro Italia

Proseguendo il viaggio delle tradizioni verso Sud, arriviamo al Centro Italia. In particolare in Toscana, a Firenze, dove a Pasqua c’è lo scoppio del carro. In Piazza del Duomo, viene dato fuoco a un carro decorato chiamato “Brindellone”: l’arcivescovo accende con il fuoco sacro un razzo a forma di colomba, chiamato “la Colombina”, che scorrendo lungo un filo “vola” fuori dalla chiesa fino a colpire e incendiare il carro, che dà vita a scenografici effetti Pirotecnici. A Roma, invece, riscuote particolare successo la Via Crucis, alla quale partecipa anche il Papa, che si svolge davanti al Colosseo in un perfetto mix tra architettura pagana e riti cristiani.

Le tradizioni regionali di Pasqua: il Sud

Come prevedibile, l’Italia meridionale riserva non poche sorprese. A partire da Procida, in Campania, dove il Giovedì Santo, al tramonto, si svolge la processione dei Dodici Apostoli incappucciati. Un rito simile a quello di Taranto, dove tra il giovedì e il sabato all’alba si svolge una lunga processione di fedeli incappucciati, i cosiddetti “Perdoni”, proprio come accade ogni anno a Siviglia. Sempre in Puglia, a Noicattaro (Bari) il Giovedì Santo viene acceso un falò davanti alla chiesa della Madonna della Lama: il fuoco continua a bruciare per tutta la notte, in segno di devozione.

Le tradizioni regionali di Pasqua: la Sicilia

Ma la regione forse più ricca di tradizioni pasquali è la Sicilia. Ne abbiamo scelte tre: la prima è il Ballo dei Diavoli di Prizzi, in provincia di Palermo. Sin dalla mattina del giorno di Pasqua, qui due diavoli mascherati vestiti di rosso e la morte vestita di giallo importunano i passanti e cercano di impedire l’incontro tra le statue del Cristo Risorto e della Madonna. Saranno però poi sconfitti dagli angeli, che li trafiggono con le loro spade in un’atmosfera di festa rallegrata dal suono delle campane. E i diavoli sono protagonisti anche ad Adrano, in provincia di Catania, dove la Domenica di Pasqua vengono inscenati “I Diavulazzi ‘i Pasqua”, una rappresentazione settecentesca ambientata tra inferno e paradiso che celebra il trionfo del bene sul male.

In provincia di Messina, precisamente a San Fratello, si tiene infine la “Festa dei Giudei”: contadini e pastori si travestono con un costume tradizionale rosso a strisce di stoffa gialla ricamate con motivi floreali e perle e hanno il volto coperto da un cappuccio rosso. Simboleggiano il diavolo e si aggirano per il Paese per disturbare la processione di commemorazione della morte di Cristo. E, dopo averla interrotta, danno vita a un “duello” con i fedeli.

Il meglio delle ricette italiane per Pasqua

Agnello

In tutta Italia, il piatto forte del pranzo pasquale è l’agnello, preparato in modi diversi a seconda della regioneal forno con le patate in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Campania, con rosmarino e cipolle in Sicilia, “tartufato” in Umbria, arrosto in Liguria ed Emilia Romagna, “cacio e uova” in Molise e Abruzzo, con i cardoncelli – una verdura selvatica dalla forma sottile e allungata, che cresce spontaneamente in primavera – in Basilicata, senza dimenticare il polpettone alla sarda e l’abbacchio alla romana, cotto con vino, acciughe salate, rosmarino e aglio.

Sono numerose le regioni dove, nei giorni di festa, non può mancare un bel piatto di pasta fatta in casa, con la classica sfoglia all’uovo, oppure semplicemente con acqua e farina, in base alla tradizione locale. Il nostro Paese vanta una grande varietà di formati e condimenti: così, sulle tavole piemontesi troneggiano gli agnolotti ripieni di carne conditi con burro e salvia, su quelle emiliane le lasagne verdi con besciamella e ragù alla bolognese, in Puglia le orecchiette con carciofi e mandorle, in Sardegna i “pillus” – simili ai tagliolini – cotti in brodo di manzo o pecora.

Uova

Fino a non molti anni fa, la mattina di Pasqua era diffusa l’usanza di portare le uova sode in chiesa per farle benedire, mangiandole poi durante il pranzo. Sebbene tale consuetudine oggi esista soltanto in alcune piccole località, le uova sode restano uno dei cibi più rappresentativi della Pasqua nella Penisola, accompagnate dai salumi.
Associato da tempi antichissimi alla vita – tanto che già egizi, fenici e persiani, in primavera, si scambiavano uova per celebrare la rinascita della natura –, con il Cristianesimo l’uovo diventa simbolo del sepolcro rimasto vuoto dopo la Resurrezione.

Torta Pasqualina

Nata a Genova nel XV secolo, è una torta salata costituita da 33 sfoglie – secondo le ricette più antiche – in ricordo degli anni di Cristo, che vengono farcite con un ripieno di bietole o carciofi, prescinseua ligure (una cagliata fresca dal sapore acidulo), uova e maggiorana.

Un impasto a base di farina, uova, pecorino e parmigiano grattugiati, lievito di birra, olio o strutto, un po’ di latte, sale e pepe, dalla caratteristica forma che ricorda quella del panettone natalizio. La torta al formaggio dell’Umbria è consumata nella classica colazione della mattina di Pasqua, accompagnata da salumi, formaggi e uova sode. Appartiene anche alla tradizione gastronomica marchigiana, dove è chiamata “crescia”.

Impanata Ragusana

Presente nella gastronomia siciliana dai tempi della dominazione spagnola, è una focaccia formata da sfoglie che possono essere riempite in vario modo, ma che a Pasqua vengono farcite con la carne d’agnello o di capretto, cotta con vino rosso e conserva di pomodoro.

Ortaggi e Fave

In primavera l’Italia offre una straordinaria varietà di prodotti della terra, spesso consumati nel pranzo pasquale come contorno alla carne. In Calabria e Sardegna, ad esempio, l’agnello è servito con le patate ma con i carciofi; in Puglia ritroviamo i cardoncelli, lessati, soffritti in olio e aglio e insaporiti con pomodorini, una spolverata di pecorino grattugiato e uova battute.
Ancora nella Capitale e poi in tutto il Sud Italia sono immancabili le fave fresche, da mangiare con il pecorino, il salame e la pancetta.

Brasato al Barolo

Il Piemonte è forse l’unica regione italiana dove il secondo piatto pasquale non è l’agnello, bensì il brasato al Barolo, uno stufato fatto con carne di manzo della razza fassone, allevata nelle Langhe, marinata per almeno mezza giornata nel pregiato vino rosso – insieme a sedano, carote, cipolle, bacche di ginepro, chiodi di garofano e cannella – e cotta nello stesso liquido per due ore a fuoco dolcissimo. Le erbe aromatiche vanno in seguito frullate e unite nuovamente alla carne, che deve cuocere ancora mezz’ora e poi può essere servita, solitamente con il purè di patate o la polenta.

Affettati

Soppressata, salame, capocollo, prosciutto crudo, lonza di maiale, pancetta e porchetta: i salumi, vanto della cucina italiana all’estero, sono un altro elemento irrinunciabile del pranzo – o della colazione nel Centro Italia – pasquale, serviti per antipasto con le uova sode. In Campania il tagliere di affettati misti è chiamato “fellata” e include anche la ricotta salata, una particolare tipologia di ricotta, secca e dal gusto deciso, diffusa nelle regioni meridionali.

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