I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Nel corso degli anni il modo di relazionarmi ai sigari è decisamente cambiato: inizialmente ero solo un fumatore occasionale, ora mi definisco orgogliosamente un appassionato.  In questo percorso, uno dei momenti “di passaggio” più significativi è stato sicuramente l’acquisto del primo humidor.

Perché, diciamocelo, nel momento in cui si passa dal conservare i sigari in una giara di vetro a un elegante contenitore di legno cambia tutto.

Prima di iniziare forse è meglio rispondere a qualche domanda, nel caso alla lettura ci sia qualcuno che si è da poco affacciato a questo mondo. Cos’è di preciso un humidor? Come si usa ? Servono altri strumenti? E, last but not least, perché è così importante?

 

COS’E’ L’HUMIDOR PER I SIGARI

Iniziamo dalle basi: un humidor è un contenitore di legno appositamente realizzato per conservare i sigari. Al suo interno può essere diviso in vari comparti, in modo da permettere la conservazione di sigari diversi senza contaminarne gli aromi. Di solito, esiste anche uno spazio dedicato ai materiali utilizzati per umidificare l’humidor. “Umidificare?” Direte voi. Ebbene sì, per poter conservare i nostri amati sigari l’humidor deve al proprio interno mantenere un’umidità costante. Questo è il motivo principale che spinge molti a passare dalle giare in vetro a questi eleganti contenitori.

Come quasi ogni fumatore sa, il sigaro deve essere conservato con cura per evitare deterioramenti che potrebbero influire sul gusto e sulla fumata. Il legno di cui è fatto l’humidor, al contrario del vetro della giara, è un materiale che in un qualche modo possiamo considerare “vivo”.  Il legno, infatti, assorbe l’umidità e per poi rilasciarla lentamente, assicurando che i nostri sigari non si secchino. Inoltre, è un materiale poroso, che consente un certo livello di scambio di ossigeno con l’esterno, evitando che si sviluppi della muffa all’interno dei sigari. Solitamente, per avere la miglior resa possibile viene utilizzato legno di cedro spagnolo, opportunamente stagionato.

 

I MATERIALI PER L’HUMIDOR: SPUGNA, POLIMERI, BEADS

Per quanto riguarda i materiali umidificanti a cui ho accennato prima, possono essere di tre tipi: spugna,  polimeri acrilici o beads.  Sono sicuro che nel caso in cui il lettore di questo articolo sia un neofita, quest’ultima parola non gli sarà familiare, quindi mi dedicherò prima agli altri due materiali. Spugna e polimeri acrilici, sebbene differenti, si comportano essenzialmente nello stesso modo: una volta bagnati con acqua distillata e inseriti nell’humidor rilasciano lentamente umidità. I beads sono diversi: queste piccole palline sono uno strumento in grado di regolare il livello di umidità. Nel momento in cui vengono prodotti sono “tarati” su un certo livello di umidità e, assorbendone o rilasciandone, la mantengono costante all’interno dell’humidor.

Infine l’ultimo strumento da abbinare all’humidor è l’igrometro, che permette di misurare l’umidità relativa all’interno dell’humidor. Può essere analogico o digitale e credo sia quasi superfluo dire che è uno strumento importantissimo per la conservazione dei sigari, in quanto permette di mantenere l’umidità relativa sempre tra il 65% e il 75%.

 

PERCHE’ SERVE L’HUMIDOR

L’utilizzo di tutti questi strumenti per me è fondamentale per un amante del fumo lento. Non occorre soltanto saper riconoscere un ottimo sigaro, ma è altrettanto importante conoscere la giusta tecnica di conservazione per poterlo gustare al meglio, dandogli anche la possibilità, col tempo, di acquisire nuove interessanti sfumature di gusto.

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