Apprezzare il sigaro Toscano significa aderire ad una
filosofia che va oltre l’atto della fumata. Per questo oggi vi propongo un
viaggio, ricco di spunti per i prossimi vostri weekend.
Di recente, sono tornato a Firenze, dopo essermi capitato
tra le mani Firenze. Passeggiate tra cibo
e laica civiltà, l’ultimo libro dello chef-filosofo Fabio Picchi. “Una guida emotiva” alla città, come la
definisce l’autore, scandita da un paio di generose manciate di buone ragioni per
scoprire e riscoprire questo meraviglioso luogo. La prima delle quali è quella su
cui mi son trovato subito sintonizzato: “potrete camminare”.
Con Picchi condivido la necessità di abbandonare le guide e di
staccare lo sguardo da Google Maps (quando non strettamente necessarie) per
lasciarsi condurre dal proprio intuito, da una luce, un suono, da un richiamo
sensoriale qualsiasi, magari dopo aver letto una buona guida come questa ed
aver annotato qualche indirizzo e suggerimento che stuzzica la nostra curiosità.
Come andare da Marione, il trippaio di Porta Romana, dove gustare
il panino con il lampredotto equivale ad ottenere il “passaporto cittadino”. O
fare una visita nello studio dell’artista Antonio Mello a Borgo Pinti, nei cui
spazi un tempo si trovava la bottega del Giambologna, pseudonimo dello scultore
fiammingo Jean de Boulogne, attivo a Firenze nella seconda metà del
Cinquecento.
Oppure soffermarsi in uno dei mercati rionali alimentari o al
Mercato delle Pulci (piazza dei Ciompi) alla ricerca di oggetti vintage,
occasione per respirare lo spirito “profondamente laico” del popolo fiorentino
“orgoglioso della sua laicità, abituato a darvi subito del ‘tu’, non per
maleducazione, ma per intimo bisogno di fratellanza”.
E continuare a perdersi lungo le vie del centro storico, tra
cultura popolare e alta, anche questa ricca di curiosità alternative agli
itinerari ufficiali come la Madonna con
Bambino e San Giovannino della scuola di Filippo Lippi a Palazzo Vecchio. Nel dipinto pare infatti sia rappresentato un
disco volante, presenza molto dibattuta tra esperti.
Fabio Picchi ci regala con generosità il racconto
della sua Firenze più autentica e segreta, comprese le ricette di alcuni piatti
tipici, come il risotto e il baccalà mantecato alla fiorentina. Un gesto che
può essere ricambiato con un pranzo o una cena al Cibrèo, il ristorante aperto
da Picchi nel 1979, o con uno spuntino nel più economico Cibreino (o Cibrèo dei
poveri in via de’ Macci 122r), dove al termine, se siete fortunati, potete
affacciarvi con lo chef-filosofo all’esterno del locale per una buona boccata
di sigaro Toscano e scambiare qualche laica battuta.
Fonte: Giunti Editore
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