Una tappa imperdibile per coloro
che volessero “perdersi” nelle terre toscane è la chiesa di Santa Caterina di
Lucca, conosciuta anche come Chiesa delle Sigaraie. Un angolo remoto per troppo
tempo dimenticato, recentemente riaperta dopo oltre quarant’anni di chiusura
grazie all’ingente opera di restauro finanziata dal Ministero dei beni
culturali.
La struttura non è più
pericolante e grazie ai lavori di consolidamento è oggi possibile ammirare
quelli che potremmo definire gli “effetti speciali” dell’epoca, certo non
frequenti nel Barocco Romano (la chiesa risale alla metà del 1700). Ad esempio la
curiosa soluzione che permette, dal basso, di osservare un affresco “in
sospensione” attraverso un’apertura sul centro della cupola. L’affresco è
fissato su travi di legno all’interno di un’intercapedine fra cupola e soffitto
dell’edificio.
La facciata esterna è invece
sobria e non desta particolarmente l’attenzione. Ciò non vuol dire che la
chiesa non fosse un luogo importante nella società lucchese dell’epoca: tra
diciottesimo e diciannovesimo secolo Santa Caterina è stata un ritrovo di
grande prestigio perché offriva alle sigaraie della vicina manifattura la
possibilità di osservare il proprio rituale durante la pausa pranzo. E proprio
per onorare la memoria delle antiche sigaraie lucchesi, le moderne colleghe
della Manifattura Tabacchi hanno spinto affinché lo Stato mettesse a
disposizione le risorse necessarie a riportare alla luce questo gioiello
dimenticato.
Ci sembra un fatto positivo,
inoltre, che il ripristino non abbia tentato di celare eccessivamente gli
ingenti lavori di restauro. Benché si siano utilizzati prevalentemente
materiali “originari”, la messa in sicurezza sismica dell’edificio ha
comportato interventi sulle murature, sui solai, sulle capriate lignee e sulla
cupola che hanno previsto l’impiego di elementi anche in acciaio inossidabile.
La filosofia degli interventi è
stata non “sostitutiva”, ovvero di rimpiazzamento delle strutture originarie
con nuovi assetti, bensì “di sostegno”, affiancando materiali innovativi a
quelli antichi e logori per affiancarli e supportarli, mantenendo inalterato il
valore storico dell’edificio. Così come l’innovazione tecnologica ha fatto
breccia nel mondo della produzione dei sigari toscani i quali, però, con le
preziose mani delle sigaraie lucchesi tramandano di generazione in generazione
una storia ormai secolare.
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