I contenuti del blog Il Toscanofilo sono rivolti a fumatori di sigari maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del Toscano. Non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda infatti che, in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

 

Bardonecchia è la perla delle Alpi e il comune più occidentale d’Italia: una piccola cittadina che unisce il fascino della montagna e le comodità della città. Incastonata nel cuore dell’Alta Val di Susa, è a 90 Km da Torino ed è comodamente raggiungibile in autostrada o in treno.

Per me non è solo una gita, ma anche un dialogo tra ricordi e novità, fumando un Toscanello però Rosso: voglio la forza del caffè per vivere lunghe passeggiate a Bardonecchia e voglio anche la schiettezza del Toscanello come compagno di questo viaggio.

A Bardonecchia è facile arrivare, in treno e in auto. Pochi passi e ti sembra di stare a Courmayeur o Cortina. Montagna ed eleganza. Un blend di contrasti che ti offre quella sensazione di trovarti in uno spazio ricco e completo. Scegli quello che vuoi, perché qui trovi tutto.

Eppure all’inizio non era così. Allora, c’era una volta Bardonecchia: ad inizio Novecento Bardonecchia era veramente la “perla” perché riservata al turismo delle élites, raffinate, ricchissime ed esigue. Oggi è tutto cambiato e Bardonecchia si è evoluta in un democraticissimo (si fa per dire, visto il costo della vita non propriamente abbordabile) centro per vacanze estive ed autunnali, anche grazie ai comodi collegamenti autostradali sia dall’Italia, sia dalla Francia grazie a moltissimi valichi che uniscono il Piemonte con la Savoia, ma soprattutto i due trafori (uno stradale e uno ferroviario) che si trovano sotto il colle del Frejus.

Bardonecchia offre infatti tutto l’anno la possibilità di vivere una vacanza avvolti nella natura, facendo sport o dedicandosi al puro relax e divertimento. Infatti molte montagne, di interesse paesaggistico e naturalistico, ideali per il trekking d’estate e per gli sport invernali, si affacciano su Bardonecchia, e molte di queste superano agevolmente i 3000 metri d’altezza. Senza con questo rinunciare al comfort di una cittadina non certo piccola e non certo avara di servizi, anche lussuosi.

La Bardonecchia che ho riscoperto oggi dopo tante estati da fanciullo negli anni ’70 è una meta molto apprezzata da alpinisti, sportivi e famiglie, perché offre uno splendido paesaggio alpino, la possibilità di praticare tutti gli sport outdoor ed eventi e attività per genitori e bambini. Insomma, “all inclusive”. Sì, c’è molta più ricettività turistica, dagli impianti alle opportunità di fare sport. Una volta andavi a Bardonecchia a farti la settimana bianca in inverno e poi in estate ti rintanavi nella seconda casa. Lo sport te lo organizzavi da te. Ora si sente che c’è un “sistema”: piste ciclabili dappertutto per le mountain bikes, deltaplano e parapendio se fai l’avventuroso, piste coperte, campi indoor da tennis e da bocce, pista di pattinaggio su ghiaccio…

Un tempo, al posto dell’attuale conca si trovava un lago, tanto che la Chiesa parrocchiale di Bardonecchia, nella sua denominazione antica, era nota come “Santa Maria ad lacum”. La zona era un insediamento di una certa importanza per le popolazioni di origine celtica.

Ecco, la storia di Bardonecchia non è propriamente una storia felice. Secondo la tradizione furono i Saraceni a prosciugare il lago nel decimo secolo, tagliando la parete rocciosa che univa la pendici del Bramafam (assolutamente da visitare l’omonimo Forte risalente alla prima guerra mondiale e oggi ristrutturato) e del monte Jafferau, creando così uno sbarramento naturale.

Nel periodo rinascimentale, Bardonecchia fu teatro di diversi scontri di natura religiosa ed inoltre, per la sua posizione naturale, nei secoli seguenti Bardonecchia venne scelta come territorio privilegiato per il passaggio di eserciti, come accadde all’inizio del diciottesimo secolo, con l’occupazione da parte delle truppe sabaude durante la guerra di successione spagnola. Fu quello il momento della svolta in cui Bardonecchia abbandonò definitivamente l’orbita francese e divenne piemontese a tutti gli effetti.

La vera svolta in cui Bardonecchia iniziò a diventare fonte di benessere pacifico risale al diciannovesimo secolo e ad un nome da segnarsi bene: Giuseppe Francesco Medail, un genio di imprenditore attivo a Lione ma nato a Bardonecchia, che ebbe un’idea semplice quanto rivoluzionaria: costruire un traforo ferroviario per collegare Torino alla Francia, passando sotto il colle del Frejus. Il progetto venne completato solo nei decenni seguenti. Il traforo venne inaugurato nel 1871, trasformando Bardonecchia in un’importante città di confine con crescita demografica ed economica.

Questo ha portato alla fortuna e alla prosperità la cittadina, ancora prima che il turismo la rendesse ancora più frequentata. Il turismo invernale, infatti, si affermò a Bardonecchia soltanto all’inizio del Novecento, e fu proprio qui che lo sci alpino in Italia mosse i suoi primi passi.

Così Bardonecchia divenne in breve tempo una delle località di villeggiatura più apprezzate da tutto il Piemonte, e anche da uomini di primo piano, come ad esempio dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti. Dopo la seconda guerra mondiale, Bardonecchia continuò sul cammino verso la prosperità, anche grazie al proliferare di seconde case e strutture ricettive di ogni tipo. Nel 2006, inoltre, Bardonecchia è stata una delle principali sedi dei ventesimi Giochi Olimpici invernali.

Ok, a questo punto dovrei pure raccontare cosa c’è di buono a tavola a Bardonecchia. Ma in realtà io sono quello che non ama propriamente il cibo e mi basta consumare qualcosa di veloce. Non sono un gourmet, non amo cucinare, quindi questa mia puntata del viaggio in Italia di un Toscanello… va così!

Il treno del ritorno mi aspetta, spengo il mio Toscanello rosso e saluto Bardonecchia.

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